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George Tatge: Italia Metafisica

Aggiornamento: 2 apr

Ogni tanto rivisito alcuni dei libri di fotografia e altre cose sui miei scaffali qui. Questa volta è . . .


Fron cover of Worktown People by the photographer Humphrey Spender


A volte ho la sensazione che ci sono delle fotografie dentro di me, in attesa di uscire. Ho solo bisogno di essere nel posto giusto al momento giusto (con il giusto stato d'animo) e la magia accade. È come se esistessero già, prima che io trovi i loro equivalenti nel mondo reale e prima di avvicinare la macchina fotografica ai miei occhi. L'atto di fotografare è semplicemente aprire la porta e lasciarli uscire.


Se tutto questo suona un po’ strano, forse addirittura metafisico, allora siamo sulla strada giusta. Ci sono misteri nel mondo. O almeno nel modo in cui percepiamo il mondo.

 



Sono andato a vedere la mostra Italia Metafisica di George Tatge qualche anno fa ed è lì che ho comprato questo libro. Non conoscevo il lavoro di Tatge prima, ma ho percepito un certo collegamento con le immagini sul muro, come se alcune di loro fossero anche "mie", solo che non le avevo ancora trovate. Questo succede spesso quando guardo il lavoro di altri fotografi. Si tratta, suppongo, di una sorta di riconoscimento di un certo modo di guardare. Una percezione condivisa. In questi casi mi sento sempre un po' frustrato dal fatto che l'altro fotografo abbia trovato per primo queste immagini (e le abbia appese al muro di una galleria), ma sono anche felice che ci sia un collegamento, almeno a un certo livello.


George Tatge è nato in Turchia da madre italiana e padre americano e ha vissuto negli Stati Uniti, in Europa e nel Medio Oriente prima di trasferirsi in Italia nel 1973. Tatge ha trascorso molti anni fotografando in giro per l'Italia nel suo ruolo di direttore tecnico-fotografico della Fratelli Alinari di Firenze e immagino che molte delle immagini di questo libro provengano da quei viaggi. È soprattutto un fotografo di paesaggi e con questo intendo il paesaggio culturale o il paesaggio modellato dall’attività umana (che è ciò che significa “land-scape” in inglese).


Per me Italia Metafisica esplora la nostra percezione visiva, limitata al mondo fisico: al materiale e alla luce e alle ombre che cadano su di esso. Ma allo stesso tempo dietro questa realtà fisica si nasconde un mistero che non possiamo vedere. C'è un riferimento qui all'artista Giorgio de Chirico, fondatore della Scuola Metafisica all'inizio del XX secolo. I suoi dipinti raffigurano un mondo di architettura, luce, ombra e prospettive impossibili che portano lo spettatore in un viaggio dentro se stesso verso un'inquietante metà-sogno, metà-realtà. George Tatge ha descritto la metafisica come un modo per scoprire “…il mistero che è davanti ai nostri occhi, dietro gli aspetti più normali della vita”. Questo mi fa ricordare le fotografie di Rinko Kawauchi di cui ho parlato qualche settimana fa (che potete leggere qui). Lo stesso 'mistero' emerge dalle immagini di George Tatge, anche se in modo completamente diverso.


Ci sono un paio di temi che si sviluppano in Italia Metafisica. Il primo riguarda l'aspetto puramente fisico: terra, roccia, pietra, mattoni, muro ed edificio. Solidità e riparo. Volume e vuoto. Le fotografie sembrano celebrare la materia, spesso rivelando una certa bellezza nella superficie o nelle strutture più umili. Il secondo tema ci porta oltre il fisico: Tatge ci mostra luci e ombre che giocano con il mondo materiale,  giustapponendo ciò che è con ciò che potrebbe essere. Come disse lo stesso Giorgio de Chirico: “Ci sono più misteri nell’ombra di un uomo che cammina sotto il sole che in tutte le religioni del mondo, passate, presenti e future”.


Oltre alla psicologia c'è anche la spiritualità. Templi, angeli e icone sono parte integrante del paesaggio perché dopotutto siamo in Italia. In effetti il titolo del libro suggerisce che si tratta di un viaggio particolarmente italiano, e di una metafisica particolarmente italiana. Diego Mormorio afferma nel suo saggio di accompagnamento che “.. ogni paesaggio è il risultato della fusione di Natura e Cultura” - cosa con cui sono d'accordo. Ma sebbene questo sia certamente un paesaggio italiano, il messaggio, “l’enigma nascosto dell’oggetto”, penso sia universale.


C’è un altro tema che viene toccato nel saggio di Carlo Sisi, Marginalità, quando descrive l’idea che, “l’antico, il moderno e il futuro coesistono”, come un’eredità per la nostra perpetua reinvenzione. Nel libro ci sono fotografie in cui vari strati di storia, sia culturale che geologica, sono presenti in un unica scena. Ricorda il lavoro della fotografa svizzera Stefania Beretta, i cui paesaggi urbani presentano molteplici strati storici. Come lei stessa afferma: “Smonto per ricomporre… affinché il presente sia il ritorno di un’origine lontana”.


Forse parlerò dell’opera di Beretta un’altra volta perché oggi ho già parlato troppo. Basta dire che vale la pena dare un'occhiata a Italia Metafisica. Le immagini ti fanno pensare e sono state osservate magnificamente. Come libro, il suo significato non è immediato, ci sono diversi temi che si intrecciano e deve essere studiato più volte prima che le idee emergano. Ma questa è una bella cosa secondo me e vuol dire che prenderò il libro dallo scaffale più spesso.




















George Tatge, Italia Metafisica. Pubblicato da Contrasto, 2015


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