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Immagine del redattorecolin dutton

Rinko Kawauchi, 'the eyes, the ears'

Aggiornamento: 24 feb

Ogni tanto rivisito alcuni dei libri di fotografia e altre cosei sui miei scaffali qui.

Questa volta è . . .


Fron cover of Worktown People by the photographer Humphrey Spender


Ho conosciuto il lavoro di Rinko Kawauchi alcuni anni fa e mi è piaciuto subito. È uno stile fotografico molto diverso dal mio: spontaneo, riflessivo e fluido. Accompagna le immagini con i suoi versi di poesia, anche se per me le immagini sono già abbastanza poetiche da sole.


Vedo le fotografie di Kawauchi come una sorta di celebrazione del mondo visivo, se non della vita stessa. Sono immagini dell'effimero, che catturano momenti di bellezza o equilibrio: la neve che si scioglie, le bolle, la luce, il gesto di un bambino, il movimento di un'altalena. In quanto tali si riferiscono ad un apprezzamento estetico dell'impermanenza che è una tradizione particolarmente giapponese.


 



Il soggetto di Kawauchi è ovunque e in ogni cosa, e questo è qualcosa che amo del suo lavoro. Non ha bisogno di andare in un posto particolare per cercare fotografie. Si possono trovare nella sua cucina, nel giardino della nonna, mentre si passeggia per la città o quando si alza lo sguardo al cielo. L'effetto è come guardare qualcuno che è stato cieco per tutta la vita improvvisamente riacquistando la vista ed esprimendo meraviglia per tutto ciò che vede intorno a sé. Come dice la stessa Kawauchi, "Mi piace tutto, tutto, tutto".


The eyes, the ears è un libro che mi ha fatto riflettere sulla bellezza, anche se probabilmente non è la parola giusta. Intendo qualcosa di insistente nel mondo che dice "guardami" e che premia la nostra attenzione se lo facciamo. Le immagini di Kawauchi suggeriscono che molte cose sono belle e che la bellezza non è necessariamente nella cosa stessa... ma solo nel nostro bisogno, come esseri umani, di trovarla ovunque possibile.














Rinko Kawauchi, the eyes, the ears. Published by Masakazu Takei (Foil), 2005


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