TREVISO, ITALY | +39 328 6416496
VIAGGIO IN BONIFICA | 2022
Viaggio in Bonifica è un progetto che coinvolge 12 fotografi in occasione del centenario dei lavori di bonifica attorno alla laguna di Venezia. Mi è stato commissionato di fotografare i quattro fiumi della zona: Sile, Piave, Livenza e Tagliamento. Il testo seguente ha accompagnato le mie immagini nel libro e nella mostra.
Nel 2016 la poetessa inglese, Kae Tempest, è stata incaricata dalla BBC di scrivere un pezzo su Dungeness: un paesaggio arido e alquanto inquietante sulla costa dell’Inghilterra. Tempest si chiedeva: "Come si può scrivere una poesia su un luogo che è poesia?" Una domanda simile mi è venuta in mente quando ho iniziato a fotografare la zona della bonifica e i suoi fiumi principali. Conoscevo bene il Piave avendo realizzato un progetto su di esso alcuni anni fa: a volte bello, carico di storia, è uno dei fiumi più artificializzati d'Europa. Il Sile, invece, l'avevo esplorato in bicicletta con la mia famiglia: un fiume elegante che sembra scorrere dolcemente come il suo nome. Il Livenza e il Tagliamento mi erano meno conosciuti ma presto scoprii una certa poesia anche lungo le loro sponde.
Questi fiumi hanno visto alterare la loro natura negli ultimi secoli; i loro corsi deviati, le loro sponde rialzate artificialmente con terra e cemento. Spesso una specie di no-man’s land si interpone tra il fiume e la strada, essa stessa sollevata in sicurezza come su una piattaforma. Questi sono i segni di un paesaggio gestito ma anche di un paesaggio nuovo, creato dalla Bonifica. Un paesaggio che non esisteva prima, allo stesso tempo naturale e innaturale, delicato e brutale.
Avevo in mente queste cose mentre consideravo come affrontare il progetto, come rispondere a un luogo così stranamente in equilibrio tra il funzionale e il poetico. I fiumi sono sempre poetici; le loro sponde, i ponti e il flusso stesso delle loro acque sono carichi di simbolismo. Tuttavia, l'idea della poetica porta una certa diffidenza tra i fotografi di paesaggio documentario. C'è la convinzione che la fotografia ‘seria' debba essere distaccata ed impersonale, lasciando poco spazio per la seduzione visiva. All'università ricordo di aver studiato il fotografo inglese, PH Emerson, che alla fine del 1800 realizzò una serie di immagini nella zona dei Norfolk Broads: un'altra regione geografica in cui terra e acqua si fondono. Emerson era in conflitto con i suoi contemporanei dell'establishment artistico. Odiava la fotografia "tableau” dell'epoca,manipolata e pretenziosa. Sosteneva invece la causa della fotografia ’straight’, una fotografia pura e sicura della sua capacità di documentare il paesaggio sociale attraverso il proprio linguaggio visivo. Ciò che ammiravo di Emerson era il modo in cui combinava questa idea di documentazione con un'interpretazione molto personale e spesso poetica. Questo sarebbe diventato il mio approccio al progetto: trovare un equilibrio tra la documentazione da un lato, e una descrizione più personale dall'altro.
Le immagini qui presentate sono state scattate durante i mesi invernali, utilizzando una vecchia Hasselblad a pellicola e viaggiando su e giù per i fiumi in bicicletta: una sorta di Winterreise che ha sicuramente influenzato il mio rapporto con il luogo che stavo fotografando. È un paesaggio difficile, fragile, e le cui grazie sono spesso nascoste. Questo è probabilmente il motivo per cui rimane off the radar per la maggior parte dei fotografi. In realtà in questi luoghi si può trovare sia fascino che poesia e spero che le mie immagini, insieme a quelle degli altri fotografi coinvolti nel progetto, possano cominciare ad offrire un'identità visiva a questo paesaggio insolito.
[CLICK IMAGE TO EXPAND]